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Non lo fareste un mutuo per vincere il Nobel?

Sono giorni duri per David Cameron, affettuosamente chiamato Dave dai suoi compatrioti. George Osborne ha annunciato i previsti tagli draconiani a quel welfare state che da piu’ di cinquant’anni e’ una delle pietre angolari del sistema britannico. Tagli sono previsti anche nel settore del pubblico impiego, nonostante Cameron si sia gia’ affrettato a precisare che la sanita’ non si tocca.
La cosa fa spaventare piuttosto e anzicheno’ i nostri amici inglesi. Stando al vice-ambasciatore a Londra, Stefano Pontecorvo, economista, la spesa pubblica si mangia almeno la meta’ della ricchezza prodotta nel Regno Unito. Come a dire che un inglese su due dipende in maniera pressoche’ totale da mamma-Stato. “L’ultimo vero stato comunista d’Europa”, la definizione illuminante del sig. Pontecorvo. Normale che i tagli facciano paura. Ad essere colpita soprattutto la scuola e il sistema universitario. Gia’ nel 1998, gli inglesi furono costretti ad assistere alla fine delle universita’ gratis per tutti, con l’introduzione da parte di Tony Blair delle tuition fees. Le “tasse universitarie”, cosi come sono chiamate da noi, sono attualmente fissate a poco piu’ di tremila sterline per un corso di laurea triennale (o equivalente). Se dovesse passare l’idea del parlamentare Lord Browne, il tetto massimo di spesa per una laurea schizzerebbe a 12.000 pound all’anno. Chi frequenta Oxbridge, quindi, rischierebbe di pagare fino a 36.000 sterle per il suo bachelor. Magari pure in arte e letteratura.
Facendo divisioni nette e manichee, i ricchi non avrebbero (o quasi) problemi. La gran parte degli inglesi invece, bassa middle-class, sarebbe nella….
Chi guadagna appena sopra i 21.000 pound all’anno (la soglia di poverta’ si alza di un poco) potrebbe infatti ritrovarsi a pagare il mutuo per la sua istruzione per i successivi 30 anni.

Su questo punto, i Libdem di Nick Clegg si giocano la faccia. Uno dei punti del loro programma era proprio il ritorno alla gratuita’ dell’istruzione. Compromesso dopo compromesso pur di condividere il salotto di Downing Street, i liberal democratici sembrano non ricordarsi piu’ (se non qualche dissidente) delle promesse elettorali e sembrano rassegnati ad accettare le richieste del padrone. Quelli piu’ forti: i conservatori.

Il giuovin rampollo laburista Ed Milliband, ex sindacalista-comunista-ebreo-ateo, critica sta alla porta. E aspetta il passo falso dei conservatori. Con molto garbo e compunzione. Suvvia, siamo pur sempre inglesi.

Intanto, un ricercatore 36enne qui ha appena vinto un nobel. Il Fatto Quotidiano provocava, titolando “Il nobel ad un precario”. Andre Geim e Konstantin Novoselov hanno infatti vinto il prestigioso riconoscimento “per gli innovativi esperimenti sul grafene”.


Mentre anche qui, come in Italia, si preparano le proteste di piazza contro l’innalzamento delle tuition fees, vale la pena riflettere su quanto di buono resta ancora del nostro sistema universitario. E su quanto siamo disposti a difenderlo dagli sfasci istituzionali.
Scappare all’estero per evitare l’ingorgo e la cloaca nostrana e rischiare di vincere un Nobel puo’ configurarsi sempre piu’ come una scelta legittima. Almeno quando ce lo si puo’ permettere. Altrimenti, ci viene da pensare, forse un mutuo vale davvero la candela.

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