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Politica ed energia solare: la perla più scura, la perla più rara

C’è un luogo fra i tanti, a 37km da Buenos Aires, in cui è possibile sentire sulla propria pelle il vivido anelito di un paese che si affanna, con tutte le sue fibre, verso un futuro migliore. Si tratta del barrio La Perla, un vero e proprio laboratorio sociale fatto di ordinate strade polverose e case prefabbricate, che aspira a divenire il primo quartiere argentino energicamente sostenibile.

Entro il 2012, infatti, cento tra le povere famiglie che vivono in questo sobborgo potranno smettere di riscaldare l’acqua per la doccia nelle pentole in cucina, utilizzando piuttosto l’energia termica prodotta dai pannelli solari installati da una ONG locale, il Foro de Vivienda Social y Eficiencia Energética (FOVISEE).

Spuntato dal nulla alla periferia della già periferica Moreno nel 2009, La Perla è uno dei tanti insediamenti popolari ‘modulari’ apparsi in Argentina dal 2004  — da quando cioè il defunto presidente Nestor Kirchner lanciò l’ambizioso Plan Federal de Viviendas.

Il progetto contemplava la costruzione di almeno 120.000 unità abitative su tutto il territorio nazionale, destinate soprattutto al ricollocamento dei ceti sociali più poveri alloggiati nelle fatiscenti case di lamiera delle villas miserias.

Un programma grandioso. Un sogno filantropico da 3.9 miliardi di pesos e 360.000 posti di lavoro. Qui, tuttavia, è d’obbligo il luogo comune: ogni rosa ha le sue spine. Nel nostro caso, ogni Perla. “Questo quartiere è stato costruito senza tener conto dei più elementari criteri di efficienza energetica. Molte case non hanno l’allacciamento al gas e sono esposte ai raggi solari sul lato sbagliato”, spiega Ashley Valle, volontaria a tempo pieno per FOVISEE. “Le persone riscaldano ancora l’acqua per lavarsi attraverso pericolose stufette elettriche o nelle pentole, in cucina.”

Ashley e María Fernanda Miguel, ventottenne direttrice della ONG, vengono a Moreno ogni venerdì per monitorare l’avanzamento del loro Progetto 100. L’obiettivo, come dice il nome, è quello di installare pannelli solari per l’energia termica sui tetti di almeno 100 case del barrio e, al contempo, promuovere la qualità della vita in un quartiere fatto per lo più di famiglie che arrivano a guadagnare poche centinaia di pesos al mese.

Articolo pubblicato per Pangea News: continua qui la lettura.

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