Oziose domande da ufficio
Da un paio di settimane faccio uno stage al settimanale inglese The Week, nella piacevole zona di Notthing Hill – o quasi.
Ieri, mentre lavoravo, il collega alla scrivania di fronte si alza e annuncia con tono placido che Berlusconi sara’ processato per il caso Ruby e per concussione.
E’ quindi un paio di giorni che la redazione e’ in fermento. Non si capisce se la storia debba finire come trafiletto nell’edizione di sabato oppure occupare la prima pagina nell’edizione della settimana prossima. Mi chiedono se penso ci saranno sviluppi nella vicenda.
Alzo le spalle.Vorrei poter dire di si, che ce ne saranno, e di grossi.
Mi rifugio nella cucinetta, dove mi faccio il mio caffe’ doppio. Uno dopo l’altro, un caffe’ dopo l’altro, questi inglesi goffi e impacciati socialmente non trovano altro argomento di cui parlare con me che non sia le possibili dimissioni di Silvio Berlusconi.
Che dire? “Non vedo vie di scampo, sinceramente. Questa volta e’ la fine. Se non lo e’, siamo fottuti”.
E’ tutto quello che riesco a balbettare. Oltre le speranze, le certezze sono davvero poche. E queste domande a cui non so rispondere, sinceramente, mi infastidiscono sempre piu’.
ma i tuoi colleghi sbagliano a legare a doppio filo la questione giudiziaria e quella politica. Le accuse non sono così solide come potrebbe sembrare a prima vista, tra competenza e testimoni è un processo che si tirerà in là nel tempo. Penso arriveranno prima altre sentenze (Mills, mediatrade) e una archiviazione. Invece nel Palazzo c’è molto subbuglio e la situazione potrebbe cambiare più in fretta di quanto non si pensi. Insomma i due temi sono reciprocamente indipendenti, secondo me.