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L’esilio del SunSplash – Osoppo, due anni dopo

Il più grande festival reggae d’Europa, un evento da 200.000 spettatori all’anno, ce l’avevamo noi. In Italia, in Friuli Venezia Giulia. A Osoppo, per essere precisi, un puntino minuscolo di 3000 abitanti arroccato ai piedi delle Alpi, 25 km a nord di Udine. Nel 2009 l’incantesimo si è rotto: qualcuno ha pensato che sì, a un festival reggae qualcuno si fa una canna, e il festival è stato costretto a traslocare in Spagna.

PUBBLICATO ORIGINARIAMENTE SU LINKIESTA

La storia è nota agli addetti ai lavori. Un po’ meno al resto di Italia, complici i nostri media – definiti dal direttore di Affaritaliani.it, Angelo Maria Perrino, “macchine impazzite ingabbiate in canali e logiche commerciali, poco attente alla società reale.”

Un breve sunto dei fatti ce lo fornisce questa pagina tratta del Fatto Quotidiano, Il più grande festival reggae d’Europa costretto a lasciare l’Italia per la Fini-Giovanardi.

L’intera vicenda è grottesca, tanto quanto “scandalizzarsi di trovare un paio di tette ad una fiera del porno,” come ha commentato un blogger locale. La realtà delle cose forse non è troppo più complicata di quanto sembri, ma la sostanza è quella: Filippo Giunta, fondatore di un festival creato nel 1991 con qualche amico in uno sgabuzzino di Spilimbergo, Pordenone, è ora sotto inchiesta per agevolazione dell’uso di sostanze stupefacenti. Il Rototom, nel frattempo, è stato riconosciuto dall’UNESCO come Evento Emblematico del Decennio Internazionale per una Cultura di Pace.

Uno degli avvocati di Giunta ha azzardato un paragone ardito quanto appropriato: “chi mai si sognerebbe di mettere sotto inchiesta gli organizzatori dell’Oktober Fest per ubriachezza molesta?”

Due anni dopo la controversa vicenda che ha portato all’auto-esilio spagnolo del festival, è interessante tornare sul luogo del misfatto per scoprire come sta il piccolo paesotto di Osoppo (UD), scippato dopo un decennio della sua vetrina sul mondo – e come, parallelamente, a più di 1600 km di distanza, in Spagna si bacino i gomiti per una gallina dalle uova d’oro piovuta loro direttamente dal cielo.

QUANTO GROSSA, LA GALLINA DALLE UOVA D’ORO?

Tanto. Un grossa, grassa gallina da 200.000 persone, fra spettatori occasionali e campeggiatori: questa infatti l’affluenza prevista dagli organizzatori del festival per la sua 18esima edizione (in programma dal 18 al 27 Agosto 2011 a Benicassim).

Una gallina-monstrum che dà lavoro a 675 persone in totale, per la maggior parte spagnole (che diventano più di 2000 nei mesi precedenti l’inizio della kermesse).

Un ragazzo locale impiegato come tuttofare dall'Associazione culturale Exodus: uno dei tanti che hanno trovato lavoro grazie alla presenza del festival a Benicassim

Una rarità nel panorama culturale e musicale mondiale, in definitiva, che assicura un ritorno economico netto per la regione a nord di Valencia di 6,885,000 € all’anno.  Un numero ottenuto sommando l’investimento diretto sul territorio di  €2,400,000 da parte della Associazione culturale Exodus e l’ impatto economico totale di quella oceanica folla di persone che l’anno passato si è recata a Benicassim, nuova patria del Rototom (€5,250,000, calcolato su un esborso medio per persona intorno ai 35 €).

Molto prevedibilmente, l’ex sindaco socialista di Benicassim, Francesc Colomer, lo ha definito “una cura indispensabile per salvare l’industria turistica da una crisi sempre più profonda.”


QUANTO BENE AVREBBERO FATTO QUESTI SETTE MILIONI DI EURO AL FRIULI VENEZIA GIULIA TUTTO, PER NON PARLARE DELLA MINUSCOLA OSOPPO, 3000 ABITANTI SCARSI?

Dall’altra parte del Mediterraneo, il nostro paesotto sperduto fra le valli del Friuli sta morendo, dimenticato da tutti – media, istituzioni e società civile. Una morte lenta e silenziosa, sottovalutata a tratti dai suoi stessi abitanti.

Alcune stabilimenti industriali sulla strada per Osoppo

Gli abitanti del luogo ancora non si rendono conto di quanto sia accaduto. Nei bar di Osoppo, speculano ancora su vaghi “contrasti con il sindaco o con le istituzioni”. Nulla di tutto questo. Luigino Bottoni, sindaco di area PdL, era ben felice di avere il festival al Parco del Rivellino. E’ pure finito sotto inchiesta per ‘irregolarità amministrative’ dopo aver concesso alcune autorizzazioni d’urgenza affinchè gli stand all’interno del festival venissero regolarizzati e lo stesso potesse iniziare, in quel lontano 2009.

La verità è che con una tale spada di damocle sulla testa (un’inchiesta della magistratura a carico della organizzazione del festival), restare a Osoppo era proprio impossibile. Le autorità avrebbero avuto il potere di confiscare il parco del Rivellino, rendendo di fatto impossibile qualsiasi attività. Un rischio economico troppo alto per Filippo Giunta e soci – non preoccupati, per parte loro, da quel taglio ai finanziamenti alla manifestazione da parte della giunta Tondo (centro-destra) di circa 60.000 € nell’ultimo anno ‘italiano’ del festival reggae. Il Rototom SunSplash infatti viveva e vive quasi esclusivamente dei suoi aficionados, alimentandosi grazie ai proventi del box office e del merchandising.

OSOPPO – DUE ANNI DOPO

Osoppo è un paese in decadenza. Paolo Pecile, fondatore del comitato in supporto del Rototom (che arrivò a raccogliere fino a 5000 firme per la sua permanenza, mai recapitate al Presidente della Regione Tondo che si è sempre rifiutato di incontrare le rappresentanze locali) lo definisce “un dormitorio”. Pecile, 56 anni, è stato lasciato a casa dalla Telecom in attesa della pensione. Sua figlia ha lavorato per il festival nel 2007 e nel 2008. “Un’ottima alternativa rispetto a passare la stagione a Lignano, dove si può ancora trovare lavoro. Guadagnava qualcosa come 700 €, con regolare contratto, in soli dieci giorni di lavoro. Vendeva piadine per un chiosco che veniva fin qui dall’Emilia Romagna”.

Nel frattempo, tutt’intorno le industrie chiudono poco alla volta, complice una crisi produttiva sempre più profonda.

Fra un friulano e uno spritz, i vecchi regulars del bar La Vigna non sembrano aver tanta voglia di parlare. Si respira un’atmosfera di rassegnazione e disincanto. “Si, è stato un po’ un colpo per la nostra economia,” rivela uno di loro, scrollandosi via dalle spalle un po’ di diffidenza.

A taste of Friuli - l'interno di un bar, Osoppo

 

Giovanni Andriolo, proprietario del negozio di alimentari locali, ha perso almeno il 10 per cento del suo reddito annuale dopo la partenza del festival. “Avevamo uno stand all’interno dell’area campeggio. Facevamo buoni affari. Tutti gli investimenti fatti sono andati in fumo. E ora il Parco del Rivellino è lì, abbandonato, e nessuno ha i soldi per finirlo. Quelli del Rototom se ne prendevano cura, e lo pulivano da cima a fondo gratuitamente. Ora nessuno ha i soldi per completare i lavori necessari alla sua manutenzione.”

“Hanno cercato di rimpiazzare il Rototom con altro, ma non può funzionare,” spiega il sig. Pecile. “Il Motoraduno annuale non è la soluzione. I centauri passano e vanno, non si fermano sul territorio per dieci giorni come accadeva col Rototom. I bancomat sfornavano soldi a ritmo continuo durante i giorni del Festival.”

All’Hotel Willy, nella vicina Gemona, dal 2009 al 2010 si è avuto un calo nei pernottamenti per il mese di luglio di quasi 150 unità. Roberto Picco, ferramenta, calcola le sue perdite e le stima in un buon 15 per cento annuo. “Non abbiamo mai avuto nessun problema. Sopportavi la musica a volume alto per qualche giorno sapendo quali benefici il tutto ci portava. Potevi assistere a delle scene veramente simpatiche, quando i nostri vecchietti incontravano quelle strane persone dai capelli lunghi e rasta e si fermavano a parlare con loro. Ci mancano, anche dal punto di vista umano.”

Roberto Picco forniva bombole di gas e attrezzature da campeggio a tutta la gente del Rototom. “Era un buon modo di compensare quei periodi morti dell’anno in cui non girano proprio soldi.”

Fabris, farmacista, conferma l’impatto positivo della kermesse reggae sul territorio. “Vendevamo più articoli, questo è ovvio, ma nulla che facesse pensare ad un possibile abuso di questi per motivazioni legate alla droga.”

 

MA, INSOMMA… LA COLPA DI CHI E’?

Un bel documentario realizzato da Tommaso d’Elia, dal titolo Exodus – Finding Shelter, cerca una risposta a questa domanda. Ma neanche troppo, in fondo. Il suo messaggio di cultura e pace il Rototom continua a lanciarlo comunque, anche se dalla Spagna.

Per parte mia, ho tentato di unire i puntini. Ho deciso di farlo in inglese, giusto per semplificarmi le idee. In fin dei conti, anche la più arzigogolata delle vicende italiane nasconde una sua linearità, un suo scontato perchè.

Mi limito qui a riportare poche ma significative parole di Luigino Bottoni, sindaco di Osoppo. Il paese scippato di una manifestazione che quest’anno ospiterà Shirin Ebadi, premio nobel iraniano per la pace nel 2003.

Intervista realizzata il 29 Aprile 2011

“Noi abbiamo perorato la causa del Rototom dal punto di vista finanziario, per favorire il territorio. Per dire che la permanenza del Rototom non andava a ingrassare l’organizzazione del festival ma la mia comunità, che andava in attivo. La regione qualcosa ha fatto e qualcosa non ha fatto. Il patrocinio l’ha dato, anche se ha dato contributi inferiori alle aspettative e ci sono state prese di posizione molto diverse. Alcuni consiglieri regionali hanno dichiarato l’importanza della manifestazione, altri hanno semplicemente detto che era meglio che se ne andassero via. Alcuni proprio non si sono espressi, hanno mantenuto un profilo basso. Non so se per convenienza o malizia. Sicuramente non c’erano soldi da buttar via per fare una simile scelta. […] La politica è stata semplicemente neutrale, non ostile. […] Ora il morale è rassegnato. Se parliamo di Osoppo, nessuno a parte pochi sanno dove sta sulla mappa. Nessuno ci conosce più all’estero. Proprio non capisco perchè tutto questo sia successo. Non c’è mai stato nessun tipo di problema, non ho mai visto nulla di illegale. Ma in fondo so che il loro cuore è qui, spero che ritornino. Non so che altro dire.”

 

PROBLEMI DI DROGA? VEDIAMOCI CHIARO.

Quanta droga circola al Rototom SunSplash, se è stata la marijuana il prestesto per l’esilio del festival? A conti fatti, meno che in altri festival europei delle stesse dimensioni: ecco qualche cifra interessante che mostra quanto sia una delle manifestazioni più adatte a famiglie con bambini.


ARTICOLI CORRELATI:

Rototom SunSplash: le origini.

Rototom SunSplash, edizione 2011.

Una guida alla città di Benicassim: le perle della costa Azahar.


– FOTO-REPORTAGE COMPLETO IN INGLESE DISPONIBILE QUI

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