Le voci ribelli della canzone italiana
Leggendo l’articolo sulle voci dimenticate della canzone italiana pubblicato sul settimanale francese Telerama, vengono in mente le parole del giornalista Francesco Merlo quando parla di tutt’altro, e cioè del piegarsi di Mario Monti “allo stanco rituale televisivo della terza camera”, Porta a Porta.
Il salotto buono del cortigiano Vespa, dove è stata “confezionata più politica berlusconiana di quanto ne produceva la Camera dei Deputati dove non succedeva nulla”, sta infatti alla politica italiana come Sanremo sta alla musica. E se “c’è in generale un che di terzo mondo in un paese dove l’istituzione più venerata dai politici […] è il talk-show lottizzato”, c’è parimenti un che di terzo mondo in un paese in cui il pianista più riverito – come scrive Anne Berthod – è Giovanni Allevi.
Uno che, scoperto da Jovanotti, in una recente intervista anziché rispondere ad una domanda, “decidedi dire che quel rintocco di campana, quello lì che sta sotto le loro parole in quell’istante, di fronte alle telecamere, è un Fa. Dice così, questo è un Fa, lo dice due volte. Ma è un Mi.” (Grazie a Matteo Bordone)
ARTICOLO DISPONIBILE QUI, SUL FATTO QUOTIDIANO. TRADUZIONE DI ITALIADALLESTERO.INFO
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