Messico e Brasile: sarà finalmente amore?
Ci avevano provato per anni a funzionare assieme, Messico e Brasile, i due paesi più grandi dell’America Latina. Nel 2010, Calderón e Lula avevano annunciato addirittura annunciato a Cancun di avere dei piani per stipulare un patto di libero scambio fra i due paesi.
“Le due economie più forti del Latino America. Immaginate cosa possiamo fare assieme, immaginate se riuscissimo a complementarci l’un l’altro,” aveva dichiarato Calderon, ottimista.
Niente di fatto. Come riporta il Latin Business Chronichle (LBC) due anni dopo, le trattative si sono arenate su un trattato di deregolamentazione del commercio di automobili e pezzi di ricambio chiamato ACE 55. Da un lato, il Brasile alza barriere protezionistiche per mettere al riparo la sua economia dal contagio della crisi, dall’altro un Messico sempre più in crescita non gradisce.
Tradizionalmente, i due paesi non commerciano l’un l’altro più di tanto. Non lo fanno né con abbondanza né con stupefacente profitto. Nel 2010, l’export messicano con direzione Rio e San Paolo è stato di 3,78 miliardi di dollari, un misero 1,3% del totale delle esportazioni (più o meno lo stesso volume d’affari tra Messico e Colombia, un paese di scala infinitamente più ridotta). Viceversa, il Brasile ha esportato merci per un totale di appena 4,3 miliardi di dollari – ancora una volta, solo un 1,5% dell’import totale messicano.
Inoltre, i (pochi) flussi commerciali fra i due paesi sono cambiati in volume e qualità nel corso degli anni.
Il caso dell’industria automobilistica è esemplare. Una volta erano i brasiliani che esportavano auto nel paese di Calderón per un totale di 10milioni di dollari (2003-2009). Negli ultimi anni, le parti si sono invertite, finchè lo scorso anno è stato il Brasile a comprare dal Messico auto e parti per un totale di 2,1 miliardi di dollari.
Esperti intervistati dal Latin Business Chronichle ritengono tuttavia che le cose fra i due paesi possano finalmente cambiare nell’immediato.
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