Come ogni anno, è tempo di festival. Arriva l’estate, e la fresca aria anglosassone si carica di ormoni e scariche di vibrazioni positive. Non possono mancare quelle musicali, ovviamente. Mai come quest’anno le headlines dei festival sono gravide di grandi nomi. C’è solo l’imbarazzo della scelta.
Segno della crisi dell’industria del divertimento? Evviva la crisi.
Unico lato negativo? Il prezzo dei biglietti. Sia maledetta la crisi.
Iniziamo col WIRELESS FESTIVAL, in Hyde Park, London: il primo luglio arrivano carichissimi i Black Eyed Peas, Plan B, Tinie Tempah; il 2/7 sarà la volta dei Chemical Brothers, di Chase&Status e dei The Streets; gran finale il 3 luglio con il tanto atteso concertone dei PULP!, preceduti da Foals, Grace Jones, TV on The Radio, Hives and Horrors.
I Chemical Brothers li rivediamo anche il 4 Agosto al BIG CHILL FESTIVAL (Eastnor Castle, Deer Park, Herefordshire), dove faranno apparizione anche Rodrigo y Gabriela, Robert Plant e gli Empire Of Sun.
Al Latitude Festival 2011, nel Suffolk, dal 14 al 17 Luglio saranno di scena National, Paolo Nutini, Seasick Steve, Suede, Bobmay Bicycle Club, Vaccines etc. etc. etc.
Si va più sul pesante al Download Festival (10-12 giugno, Donington Park, Leicestershire), dove suoneranno i Def Leppard, The Darkness (al ritorno dopo lo scioglimento), System of a Down, Linking Park, Pendulum, Korn, Alice Cooper e i Cult. Prezzo? £180 con camping, £145 senza. Chi ha gusti un po’ più arrabbiati, si diriga nell’Hertfordshire, dove al Sonisphere arrivano Metallica, Iron Maiden, Slipknot, Slayer, Megadeth, Anthrax e i riformati Limp Bizkit.
Glastonbury quest’anno sceglie di puntare su un paio di grandi nomi dalla risonanza pop: dal 22 al 26 giugno, si aspetta l’arrivo di Beyoncè, oltre a Chemical Brothers, Elbow, Fleet Foxes; grande attesa soprattutto per gli U2, che si prevede verranno contestati da alcuni attivisti per la presunta evasione fiscale di Bono&Co. (a discapito delle tante parole spese per l’Africa e della situazione finanziaria in cui versa la patria Irlanda).
Headline all’insegna della nostalgia per l’HopFarm, invece, dove l’1 e 2 luglio si avvicenderanno l’ex leader degli Smiths, Morrisey, gli Eagles, Lou Reed, Iggy and the Stooges and Bryan Ferry.
Ma i festival imperdibili sono quest’anno Isle of Wight (11-12 giugno, £175), Oxegen, in Irlanda (7-10 Luglio, £200) e Reading-Leeds (26-28 Ag0sto, £200, giornaliero a £90).
All’Isola di Wight basta dire che si presenteranno Jeff Beck, Kings of Leon, Foo Fighters, Kasabian, Band of Horses, Pulp, Manic Street Preachers, Beady Eye, Iggy – ancora lui – Plan B e Pixie Lott.
Boccata di Oxegen per l’economia irlandese (perdonatemi la battuta) grazie a Foo Fighters, Artic Monkeys, Blink 182, Coldplay, The Strokes, The National e Black Eyed Peas. Tutti nomi onnipresenti nel panorama dei festival inglesi di quest’anno.
I concerti di Reading e Leeds, invece, aggiungeranno al già ricco menu i fenomeni locali dei Muse, in studio per registrare il loro nuovo album ma questa volta senza Matthew Bellamy. A precederli, The Strokes, ancora loro, poi Pulp, Elbow, National, Interpol e My Chemical Romance (questi potevamo non menzionarli).

Al V-Festival (20-21 Agosto, nello Staffordshire) la scaletta vanta nomi come Eminem, Artic Monkeys (anche loro in tour dopo l’uscita del loro nuovo album, Suck it and see), Plan B, Rihanna, Pendulum, Razorlight e Manic Street Preachers.
Anche la Scozia non è da meno, e quest’anno conta di attrarre i pellegrini del rock (mi sento un po’ come l’odiata Paola Maugieri quando dico così) al T in The Park, dove dal 8 al 10 luglio suoneranno Foo Fighters, Blink 182, Artic Monkeys, Pulp, The Script, Pendulum, Swedish House Mafia, Beady Eye e…Slash! Prezzo: SOLD OUT, ma non perdete la speranza. Grazie a Dio esistono i bagarini. Maledetti bagarini.
I nomi che girano sono sempre quelli, come vedete. Le occasioni per vedere i vostri artisti preferiti innumerevoli. Soprattutto se il portafogli è rigonfio di denari.
Qualche chicca, per concludere: al Relentelss Boadmasters, Newquay, Cornovaglia, quattro giorni di surf e skate con Fatboy Slim, Klaxons, Bombay Bycicle Club, Sub Focus e Eliza Doolittle (10-14 Agosto, £85 col campeggio).
A fine luglio, ci sarà anche il Camp Bestival nel castello di Lulworth, nel Dorset, starring Primal Scream, Blondie, Mark Ronson, Jack Whitehall, ABC e Groove Armada. Richiesta armatura medievale.
Se invece siete a Londra a metà luglio, passate dal Victoria Park (15-16-17) per un po’ di sano trash in compagnia di Wombats, SnoopDogg, Jessie J, Scissor Sisters e la enorme Beth Ditto. Biglietti a partire da £28,50; a Hyde Park, invece, dal 24 al 26 giugno potrete vedervi Bon Jovi (meglio che a Udine…), The Killers, Rod Stewart tutti sullo stesso palco. Se invece volete piangere qualche lacrima nostalgica sul vostro giubbotto di pelle nero sgualcito, la chicca dello chef è per l’High Voltage Festival, 23-24 luglio: Judas Priest, Dream Theater, Thunder, Jethro Tull, Thin Lizzy (orfani di Gary Moore) e Slash.
Bob Dylan, invece, festeggia il suo 70esimo compleanno il 18-19 giugno al festival celtico FEISS (Londra, Finsbury Park) in compagnia di Van Morrison. Io un pensierino ce lo farei, se fossi in voi.
Grazie a Spinoza.it, come sempre…
Continua l’odissea del giovane reporter all’estero. Questa volta, cosa più unica che rara, il malcapitato ha una storia da raccontare, e pensa di raccontarla proprio all’Italia.
Lo immaginiamo svegliarsi presto, mettersi delle scarpe comode (“quel giornalismo fatto di sudore e sacrificio, quando internet non era ancora stata concepita e le notizie te le dovevi andare a prendere, consumando le suole delle scarpe“), sorseggiare un po’ di caffè per darsi la carica e partire, armato di macchina fotografica, taccuino e buone intenzioni. Si reca quindi sul luogo, parla con la gente e, mentre la gente parla, lui intanto dà mentalmente forma all’articolo, spostando parole qua e là, raggruppandole in immaginari paragrafi, aggiungendo punti e virgole come pennelate d’artista.
Finalmente torna a casa, scrive il pezzo di getto e, soddisfatto del suo lavoro, alza la cornetta. Per essere precisi, clicca sul pulsante verde di Skype che i tempi, ahimè, ci hanno dato in dono la possibilità d’essere un po’ meno romantici.
La storia, dicevamo, qui nel Regno Unito ha rilevanza nazionale. Dopo 700 anni, una corporazione di artigiani rischia la scomparsa; il Labour party inglese si spacca e i principali media nazionali rilanciano gli appelli dei lavoratori. Non scenderò in ulteriori dettagli per salvaguardare l’identità del giovane reporter, protagonista della nostra odissea.
Per farla breve, il nostro giornalista sa di avere un gran pezzo per le mani, pieno di calore umano e di interviste colorite.
Chi chiama? Repubblica e Il Corriere. I primi due quotidiani che chiunque chiamerebbe.
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Con un grafico animato, l’Economist spiega la complessita’ delle fratture italiche. Agli stranieri. E non.
Cappuccino ed NME, uno dei magazine musicali più cool che ci siano, giusto per usare un linguaggio trendy. Yeah.
Leggendo la recensione del nuovo album degli Strokes, Angles (anticipato dal singolo Under Cover of Darkness), ho avuto un piccolo orgasmo alla descrizione del periodo temporale intercorso fra Fist Impression of Earth e l’uscita dell’ultimo singolo della band newyorkese. 1,898 giorni superbi, in cui:
dubstep emerged as new rave expired; free-market capitalism pretty much collapsed; James Brown and Michael Jackson shuffled off their mortal coils; America elected its first black President; China became the world’s second superpower; Lady Gaga became its third; the Iraq war ended; Kanye West was cool, uncool and then cool again; MySpace went from ubiquitus life-tool to digital ghost realm; Oasis called it a day; The White Stripes followed suit; the Arab world erupted in revolution; rock’n’roll was pronounced dead..and there are still another four days to go until Angles hits the shelves
Non mi ero accorto di tutto questo. O almeno, non l’avevo mai pensato in termini così fichi.
Il Guardian ha pubblicato ieri uno speciale sulla Germania e sulle prospettive future per l’Unione Europea, di cui lo stato guidato da Angela Merkel e’ indiscussa (?) luce guida.
In un articolo fra i tanti, tra le pagine centrali dal quotidiano, si legge di come le cinque ‘EU leading nations’ si ritrovino unite per quanto riguarda alcune paure per gli anni a venire, legate alla crisi economico-sociale che l’Europa sta attraversando.
Gli abitanti delle cinque nazioni guida, in particolare, non ripongono fiducia nella casta politica – giudicata troppo spesso corrotta – e tendono a pensare che il futuro riservi un generale peggioramento delle condizioni di vita.
A dare man forte all’argomentazione, un sondaggio.
A lasciarmi basito, invece, sono stati i paesi presi a campione per il sondaggio.
Quali sono le cinque nazioni guida della nuova Europa, stando al britannicissimo Guardian?
Niente tricolore. A sorpresa, Polonia batte Italia (e non solo).
