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Il liveblog della morte della Thatcher

Come ha suggerito Jon Snow di Channel 4,

l’audience dei canali televisivi è iniziata a risalire quando si è cessato di dare continui aggiornamenti sul corpo morto della Thatcher.

Per grottesco che possa sembrare, tuttavia, principe dell’arena mediatica è stato ancora una volta il liveblog.  

Citando un educatore di nuove generazioni di giornalisti ed esperto in materia, “il liveblogging è la modalità principale con la quale i grandi media nazionali coprono eventi del genere. E’ strano, in quanto in gran parte gli addetti ai lavori lo considerano come una attività di nicchia, nonostante sia chiaramente in prima linea – anzi, al centro – di quello che definiamo mainstream of news coverage. Ciononostante, vedo che perfino gli studenti di giornalismo lo vedono come una fastidiosa necessità, prima di approdare finalmente al ‘vero’ lavoro, quello dello scrivere il tradizionale articolo secondo lo schema della piramide invertita.”

“Prima di internet, si pubblicavano notizie, coccodrilli, e un sacco di reazioni ad una nota di opinione. Dopo internet, è divenuto possibile aggregare tutti i vari disparati pezzi [del puzzle della notizia], le reazioni, gli aggiornamenti in un’unica narrazione continuativa – e al medesimo tempo continuare a linkare i tradizionali formati non appena vengono pubblicati altrove.
La vera abilità non sta nell’aggregare roba a caso, ma nel costruirci una narrativa.”

** ECCO LO STORIFY DI COME E’ ANDATA LA GIORNATA “GIORNALISTICA” NEL GIORNO IN CUI E’ MORTA MAGGIE. PERCHE’, SI’, E’ MORTA DAVVERO.**

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