Grazie a @sirlisko per la segnalazione su segnalazione di Barbara.
Quello efficace riesce a coinvolgere il lettore perfino su storie che, per loro natura, non stimolerebbero partecipazione attiva: un tipo di narrazione capace di distinguere il segnale dal rumore di fondo, perchè solo su un segnale condiviso è possibile comunicare.
L’e-book sul giornalismo di nuova generazione. Prossimamente qui.
Grazie a @demonte per la segnalazione. Autori: Backlinko, autore di cose come questa, e SingleGrain.
Era quasi un anno fa: leggevo guide e stendevo mappe sul tavolo in preparazione al mio viaggio in Peru e Bolivia.
Grazie Stefano per avermelo fatto rivivere così.
Di ritorno da Rotterdam, dove come ho scritto nel precedente post ho supervisionato la diretta multimediale di uno degli eventi più corporate del mondo, la conferenza Powering Progress Together sponsorizzata da Shell, in collaborazione con National Geographic. Sarò breve e conciso, anche perchè oggi il mio cervello non riuscirebbe ad andare oltre la seconda subordinata.
Ecco una serie di consigli pratici per tutti i livebloggers in erba, o per tutti coloro che devono affrontare la diretta multimediale di un evento/summit/forum/conferenza aziendale di medio-grossa dimensione.
Audience
Chi e come vedrà il liveblog? Abbiate sempre in mente il vostro pubblico.
Si tratta di invitati all’evento, che seguono la diretta ‘second-screen’ dalla sala, o si tratta invece di colleghi e partners che assistono ‘virtualmente’ alla conferenza, da casa, per impossibilità di partecipare fisicamente? Quale il tono migliore per l’evento? Formale, informale o smart casual? Tutti questi elementi devono essere presi in considerazione nella fase di preparazione. Fare la telecronaca dell’evento è una cosa, offrire supporto multimediale alla visione/ascolto è un’altra: quando lo speaker inizia il discorso, sarà bene trascrivere tutto quello che questi dice ad uso di chi non può essere lì, oppure padroneggiare l’argomento trattato di modo da fornire materiale interattivo a sostegno dell’allocuzione? Un esempio concreto: se si parla di carestie nel continente sub-sahariano, sarà opportuno avere a disposizione una tabella di dati e statistiche o una mappa interattiva. Scoprire se e quali dati verranno snocciolati nella conferenza è pertanto un elemento chiave della preparazione zen del liveblogger.
La squadra.
Come dice l’adagio inglese, “failing to plan is planning to fail.”
Mettete assieme una squadra. Se il vostro livello di padronanza della piattaforma usata (v. dopo) è a dir poco strabiliante, potete anche tentare l’ambizioso one-man show. Per ogni diretta multimediale ben riuscita, in ogni caso, è necessario:
Sono a Rotterdam come supervisore/consulente per il liveblog del meeting Shell, Powering Progress Together.
Se siete interessati a scoprire come funziona la diretta di un evento corporate, fate un giro sul sito dell’evento domani dalle 9 alle 5 … !
Nei giorni successivi farò qui qualche considerazione a livello metodologico e organizzativo.
Stay tuned.
Uno dei temi più discussi al recente Festival Internazionale del Giornalismo – e, immagino, in ogni consesso umano che raduni più di due giornalisti o editori nella stessa stanza – è stato ovviamente ‘la sopravvivenza’ dell’intero settore, di fronte alla minaccia Internet, o di altre morbide apocalissi future.
La crisi dei grandi pachidermi editoriali c’è, e nonostante tanti auto-elogi ed apologie autoreferenziali decantate a denti stretti (tante, troppe forse, sentite al festival), la realtà dei media nazionali è fatta di tagli, scioperi, esuberi, incertezza e dubbiose riconversioni.
Anche nel Regno Unito la solfa è quella. Il Guardian coperto di allori è perennemente sull’orlo della bancarotta, giusto per citarne uno.
Se da un lato per l’industria nazionale della notizia sia un periodo di sangue e stridor di denti, dall’altro il giornalismo iperlocale non ha mai goduto di così buona salute.
Merito del mobile.
Una ricerca della fondazione NESTA (National Endowment for Science, Technology and the Arts) mostra infatti come nel Regno Unito il consumo di informazione iperlocale sia cresciuto in maniera esponenziale, sistematica e capillare grazie alla diffusione degli smartphones.
The majority (66 per cent) of adults in the UK are interested in news and information about the immediate area in which they currently live.
Jon Kingsbury, direttore della responsabile della ricerca, ha spiegato a Journalism.co.uk che, nonostante la crisi, un più diffuso accesso mobile alla notizia ha avuto l’effetto di ampliare il bacino di pubblico per i portali locali e iperlocali.
Segno, forse, che l’appetito per la notizia è sempiterno (e, pertanto, sempiternamente monetizzabile).
Nel maggio 2012, i siti di news iperlocali nel Regno Unito erano 432. Nel febbraio 2013, questo numero è salito a 633. Una persona su sette (14%), rivela Ofcom, naviga sul sito della comunità locale con cadenza regolare e mensile.
Uno dei siti di informazione iperlocale più visitati, Sheffield Forum, ha compiuto 10 anni e conta più di 6.4 milioni di posts in archivio. Un numero in continua crescita, “ad un ritmo di 2,000 posts al giorno.”
Il 55% del piccolo ma simbolico campione intervistato dall’osservatorio NESTA (2,248 persone) ha ammesso che l’aumento del consumo di notizie iperlocali – soprattutto, meteo, notizie di cronaca e entertainment, settore in mia opinione cardine per fidelizzare i lettore – è direttamente connesso al possesso di uno smartphone o di un tablet.
L’elemento mobile non è da sottovalutare, visto che i cellulari sono oramai dotati di complessi sistemi di geo-localizzazione. In poche parole, il tuo telefono sa dove ti trovi: l’ottenimento di questa preziosa informazione diventa vitale per gli editori locali, soprattuto pensando alla possibilità di poter calibrare notizie e pubblicità in maniera estremamente accurata.
Perche’ informazione iperlocale?
Perchè innanzitutto la si giudica più affidabile dell’informazione locale, e ne si è generalmente soddisfatti (l’88% degli intervistati si dichiara estremamente soddisfatto del servizio ricevuto).
In secondo luogo, perchè si è in cerca di informazioni funzionali alla propria quotidianità.
Fifty per cent of hyperlocal media users get information about local weather, and 41 per cent information about local breaking news. Other popular topics include information on local entertainment (32 per cent), restaurants, clubs or bars (30 per cent) and community events (27 per cent).
In prospettiva generale, e già che ci siamo sfiorando anche la realtà italiana, i dati – presi cum grano salis, considerata la scala e la geografia dello studio – incoraggiano gli editori a iniziare a considerare news, meteo o servizi come quello per il traffico come soglie, strumenti di ingresso al sito internet.
Una volta catturato il lettore, ecco che viene il bello: creare le condizioni affinchè questo non fugga immediatamente dopo aver ottenuto l’informazione desiderata, bensì si soffermi sul sito a fruire di altri servizi comunitari.
Nonostante il consumo di notizie sui portali locali, è importante notare come il pubblico inglese si aspetti che i media nazionali offrano non solo notizie su scala globale, ma anche iperlocale.
When we asked them where they would look for very very local content they were much more likely to look to existing or traditional brands, like broadcasters and traditional local newspapers, than they were to hyperlocal blogs.
Di ritorno dal festival del giornalismo #IJF13, dove si è livebloggato l’evento come i pazzi .
Molto orgogliosamente, devo dire che è stato visto sui seguenti siti italiani in contemporanea – RAI, SKY, piazzadigitale Corriere, Repubblica, La Stampa,VareseNews, sole 24 ore, i siti locali del gruppo ESPRESSO (es. Piccolo, Messaggero Veneto) e su tre siti stranieri.
Chissà come l’ordine dei giornalisti categorizzi la cosa… è un articolo? Sono tanti? Sono tanti su siti diversi?
Il futuro è questo. Vediamo.
Non ho ancora avuto il tempo di tirare le somme – come vedo molti dei miei colleghi hanno fatto sui loro siti/blog. Lo farò presto. Per ora, ho avuto modo di dare un’occhiata a questo e mi sembra molto carino.
Qui la mia presentazione al festival, per tutti coloro che non si siano potuti svegliati in tempo, non abbiano potuto essere a Perugia o siano semplicemente curiosi di sapere di cosa si è parlato sabato, in una sonnecchiante ed ovattata mattinata perugina.
Live blogging: creare grandi narrazioni multimediali in tempo reale w/ @lillomontalto – @scribblelive youtube.com/watch?v=DjyFjj… #ijf13
— journalism festival (@journalismfest) April 27, 2013
Per una visualizzazione a schermo completo, cliccate qui.
Potete seguire la diretta direttamente sul sito del festival, da qui.