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Quello che ti raccontano che vale la pena annotarsi

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E’ un venerdì sera. Una discoteca (gay, in questo caso), il belloccio di turno al bar, un drink,  a casa mia o a casa tua? a casa mia.

#BLACKOUT#

Ti risvegli che sei madido di sudore per terra e il tuo corpo non si muove. Apri gli occhi, sei cosciente di essere sul pavimento di casa tua, ma non puoi muoverti.

Davanti a te, lui – ci siamo conosciuti prima… al… come diavolo si chiama? sì, deve essere lui – che rovista fra i mobili, sulle mensole, apre i cassetti e infila le cose di valore nello zaino. Poi ti si avvicina alla faccia (puoi sentire il forte odore del suo alito) e ti sorride. Mentre ti deruba, se assolutamente cosciente ma non puoi muoverti. I muscoli semplicemente non rispondono.

Lui va di là e si stappa una bottiglia di vino. Si siede sul divano davanti a te e inizia a sorseggiare il vino da un bicchiere, sempre sorridendo. Poi si alza, si prende il tuo portafogli dalla tasca e ti lecca la fronte.

Tu rimani lì, bloccato fino a domenica mattina (è un venerdì sera, lo ricordo), immobile sul pavimento. Lui intanto se ne è andato.

Sei lì, sul pavimento, e non sai perché non ti puoi muovere. Non sai quanto durerà – potrebbe essere per sempre – e il tuo cuore batte a mille, terrorizzato.

Ma-che-cazz…?

Si chiama burundanga, Lillo. 

Che?

Burundanga. E’ la droga dello stupro. O meglio, puoi anche stuprarcici, se vuoi.

Alla domenica pomeriggio, quando hanno spiegato al mio amico cosa era successo, si è sentito fortunato. 

Ho chiesto a Google conferma della cosa. A quanto pare, da noi si chiama scopolamina. Nome perfetto per la droga dello stupro,no?

Apparentemente, qui in Sud America è una cosa che va un sacco tra i criminali. Da decadi. Ero l’unico a esserne ignaro?

Argentina, la rete ferroviaria fa pena ma il governo investe in alta velocità

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Nell’incidente ferroviario di ieri a Buenos Aires sono morte 49 persone ma si tratta solo del peggior incidente del 2012. Prendere un treno in Argentina può essere pericoloso non solo per la fatiscienza delle infrastrutture, ma anche per lo spadroneggiare a bordo di bande rivali e banditi. Mentre la rete ferroviaria langue o viene smantellata per fare un favore alla potente lobby dei camionisti, il governo Kirchner ha lanciato un ambizioso progetto di alta velocità.

…leggi il resto del mio articolo su …. 

o escúchalo en Radio Fujiko

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Charlando en Buenos Aires, il nuovo programma con Radio Città Fujiko

Belén Rodriguez, carnevale, farfalline vaginali, comunità indigene in guerra contro una star dell’NBA e poco, pochissimo altro – ma quel poco che c’è è di altissima qualità – in questa seconda puntata di Charlando en Buenos Aires.

In onda su 103.7FM a Bologna (o ascoltabile tramite player sul sito)

video porno belen rodriguez

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ARGENTINA: Stato orwelliano o pioniere delle riforme in Sud America?

 A dieci anni dalla bancarotta e dalle proteste che incendiarono le strade di Buenos Aires, il governo argentino starebbe aumentando il controllo sull’informazione resa pubblica alla popolazione da parte dei media.

Secondo una analisi del think-tank geopolitico Strategic Forecasting, “proprio ora che l’Argentina entra in un periodo di crescente incertezza economica, l’avere un maggiore controllo sui media permetterebbe al governo di ammortizzare violenze o reazioni sociali estreme dovute a eventuali sconvolgimenti finanziari o politici nel paese” 


In quest’articolo pubblicato dal Centro Europeo di Giornalismo, vengono analizzate le conseguenze degli ultimi, controversi provvedimenti voluti dalla neo-rieletta Presidentessa Cristina Fernández de Kirchner.
Il conflitto tra governo e i media d’opposizione si è infatti inasprito dopo la promulgazione del pacchetto anti-terrorismo nel Dicembre 2011.
L’intento, ha dichiarato la Presidentessa, è quello di demolire un monopolio mediatico nato in maniera sospetta sotto la dittatura: il monopolio Papel Prensa/Grupo Clarín. La pesante intromissione dello stato ha generato preoccupazione presso le associazioni che monitorano la libertà di stampa nel paese.
Alcuni esperti, tuttavia, ritengono che le riforme varate da CFK siano una pietra miliare per la libertà di stampa in Sud America, in quanto si configurano come un rivoluzionario tentativo di liberalizzare il mercato a scapito di monopoli mediatici arcaici simili a quelli italiani.
 (curiosi? Cliccate sul link di sopra allora!)

Monti salva l’Europa (e già che ci sei…)

Mario Monti, fresco uomo di copertina del Time, è a prima vista il pacioso vecchietto della porta accanto. Eppure è da questo pacioso vecchietto, fresco di tourpromozionale americano, che dipendono i destini dell’Eurozona tutta.  Da lui e da un rilassamento della sempre tesissima politica dell’inflessibilità tedesca, opinano anche al Sole24Ore sulla scia di questo misurato articolo di Zeit.

Una simile politica di “rigore, rigore e ancora rigore con l’accetta” potrebbe “prima o poi provocare una violenta reazione di rigetto.” Non c’è dubbio. “I morti non pagano i debiti,” ha ricordato tempo addietro la presidentessa di una nazione dieci anni fa in ginocchio, l’Argentina. “Per onorarli è necessario prima crescere.”

E’ bene tuttavia che Monti si mostri più tedesco in patria di quanto non dia l’impressione di essere in Europa, maneggiando con più perizia la teutonica ascia da battaglia contro evasori, delinquenti e corrotti. Il compito di Monti, in Italia, è quello di riallacciare lo sfilacciato tessuto sociale e unire la popolazione in un’unica grande Teutoburgo contro i veri nemici della crescita.

Errori di strategia (anche comunicativa) come le crociate contro articolo 18 e bamboccioni non fanno altro che vanificare ’azione di governo nella coscienza collettiva, vilificandone la portata. Non serve disotterrare l’ascia contro il mammone 30enne senza lavoro nè pensione: lui la faccia schiacciata sul cippo ce l’ha già da un pezzo, e di certo non si mette a leggere Time Magazine per tirarsi su di morale. E’ troppo impegnato a non pensare alla scure gelida che preme sul suo volto mentre suda freddo.

Commento all’articolo Tedeschi, rilassatevi!
Testata: Die Zeit per italiadallestero.info e IL FATTO QUOTIDIANO

POSTILLA, thanks to @gianlucamezzo: 

“Forse, il motivo di tanto accanimento è proprio questo. Perché se il mercato del lavoro è chiuso, il debito pubblico devastante, il sistema pensionistico in fallimento, il futuro dei giovani un buco nero, non è per colpa loro, ma delle generazioni precedenti. Dei loro padri e dei loro nonni. Della generazione di Monti, Fornero e Cancellieri. Della “mia” generazione. Forse è per questo che ce la prendiamo tanto con i giovani.
Per dimenticare e far dimenticare che è colpa nostra.” (Ilvo Diamanti, La Repubblica)

Lite Londra-Buenos Aires sulle Falklands, ma ora quella forte è l’Argentina

La scoperta di un giacimento petrolifero al largo delle Falklands da parte di una compagnia britannica ha riaperto la contesa fra Regno Unito e Argentina sull’appartenenza delle isole. Solo che adesso le parti sono invertite. Lo Stato guidato da Cristina Kirchner si è completamente rialzato dalla crisi che dieci anni fa lo portò alla bancarotta e la sua economia è in continua crescita, con ritmi compresi tra il 7% e il 10%. Così ora non sembra più intenzionato a cedere davanti alla corona britannica. Che vede invece un’economia stagnante e estrazioni petrolifere calate di un terzo rispetto allʼanno passato.

 

Trentʼanni dopo la guerra per le isole Falklands contro la Gran Bretagna, tocca oggi allʼArgentina fare la voce grossa. A darle man forte, questa volta, non più solo qualche sparuto aeroplano peruviano: Brasile, Paraguay, Uruguay, Venezuela, Cile, Bolivia, El Salvador e Nicaragua sono tutti schierati compatti dalla stessa parte. Al fianco della presidentessa Kirchner. I rapporti di forza sono mutati: ora è il Sud America la vera Lady di Ferro, nel panorama geopolitico mondiale. E lʼArgentina guida la riscossa.

Tutto (ri)comincia lo scorso dicembre, quando Cristina Fernández Kirchner assume la presidenza del Mercosur (o Mercato Comune del Sud, il patto commerciale stretto da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), e nel discorso di insediamento ringrazia i presenti per il sostegno offerto al blocco navale argentino nei confronti di imbarcazioni battenti bandiera delle isole Malvinas (le cosiddette Falklands). Poca roba, in fondo. A contare, tuttavia, è il gesto.

Il Primo Ministro inglese Cameron, oltraggiato dalle rinnovate rivendicazioni argentine, ha accusato il paese sudamericano di “atteggiamento colonialista”. Un sommergibile nucleare è stato inviato prontamente agli antipodi ad anticipare lʼarrivo del rampollo reale, il principe William. Nel frattempo, Venezuela, El Salvador, Peru, Bolivia e Nicaragua hanno espresso il loro sostegno alla causa argentina. Perfino il Cile, da dove parte lʼunico aereo settimanale per le remote isole atlantiche, ha aderito al blocco navale. Come se non bastasse, sono state aviate discussioni “a tutti i livelli” per un eventuale blocco aereo sulle isole. Unʼazione drastica, che taglierebbe fuori i keplers (gli abitanti delle Falkland) dal resto del mondo

Leggi il resto su LINKIESTA.

L’Italia all’estero dà fiducia a Monti

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L’Italia è tornata – lo ha scritto pure il Financial Times la settimana scorsa – soprattutto grazie a Mario Monti, ‘il leader europeo più interessante’ (il tono può sembrare un po’ paternalistico). La Nacion, il corrispettivo argentino del Corriere della Sera, fa notare che un anno fa, di questi tempi, il dibattito della società civile italiana verteva quasi esclusivamente sulle virtù violate di Ruby Rubacuori. Un anno dopo, infiammarsi al bar per argomenti come lavoro e (dis)occupazione, corporativismi e liberalizzazioni, crescita e decrescita non pare quasi vero. Il discorso civile è tornato ad essere quello di un paese normale. Comunque si giudichi la manovra dell’esecutivo, è stato un piccolo successo. Scrive il Guardian, riprendendo El Pais, che Monti non vuole essere passare nei libri di storia come il ‘pompiere che ha spento il fuoco, ma come il leader che ha restituito agli italiani l’orgoglio di essere italiani’. L’italiano all’estero, almeno lui, per ora ringrazia.

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