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ARGENTINA: Stato orwelliano o pioniere delle riforme in Sud America?

 A dieci anni dalla bancarotta e dalle proteste che incendiarono le strade di Buenos Aires, il governo argentino starebbe aumentando il controllo sull’informazione resa pubblica alla popolazione da parte dei media.

Secondo una analisi del think-tank geopolitico Strategic Forecasting, “proprio ora che l’Argentina entra in un periodo di crescente incertezza economica, l’avere un maggiore controllo sui media permetterebbe al governo di ammortizzare violenze o reazioni sociali estreme dovute a eventuali sconvolgimenti finanziari o politici nel paese” 


In quest’articolo pubblicato dal Centro Europeo di Giornalismo, vengono analizzate le conseguenze degli ultimi, controversi provvedimenti voluti dalla neo-rieletta Presidentessa Cristina Fernández de Kirchner.
Il conflitto tra governo e i media d’opposizione si è infatti inasprito dopo la promulgazione del pacchetto anti-terrorismo nel Dicembre 2011.
L’intento, ha dichiarato la Presidentessa, è quello di demolire un monopolio mediatico nato in maniera sospetta sotto la dittatura: il monopolio Papel Prensa/Grupo Clarín. La pesante intromissione dello stato ha generato preoccupazione presso le associazioni che monitorano la libertà di stampa nel paese.
Alcuni esperti, tuttavia, ritengono che le riforme varate da CFK siano una pietra miliare per la libertà di stampa in Sud America, in quanto si configurano come un rivoluzionario tentativo di liberalizzare il mercato a scapito di monopoli mediatici arcaici simili a quelli italiani.
 (curiosi? Cliccate sul link di sopra allora!)

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