Qualsiasi cosa vibri sul tuo iPhone, ha meno valore del contatto visivo con la persona che ti parla
Ho appena comprato questo libro:
A partire da link sul filosofo e sociologo Zygmunt Bauman segnalatomi dalla sempre ottima Virginia Fiume:
Se interessa #realtimejourno vale la pena sentire l’opinione di Zygmunt Bauman. 9 ottobre a milano http://t.co/4JJMvpd1Ku cc @lillomontalto
— Virginia Fiume (@GillaFiume) September 26, 2013
Douglas Rushkoff, l’autore del libro, riflette – a quanto pare in maniera molto approfondita – sugli effetti collaterali per il mio cervello della costante immersione nel flusso #real-time degli eventi:
“a diminishment of everything that isn’t happening right now — and the onslaught of everything that supposedly is.”
“how we have lost our capacity to absorb traditional narrative, [and] what we have used to replace it.”
Mi ha molto colpito il termine digiphrenia, ovvero quello sdoppiamento di personalità dato dalla duplicazione dei tempi e degli spazi in cui viviamo la nostra vita (reale e digitale), una sensazione simile allo stress post-traumatico di alcuni reduci di guerra, “as they attempt to live in two worlds – home and battlefield – simultaneously.”
Vi saprò dire come lo trovo.
A breve, spero, se l’attention span non mi tradisce.
“Whatever is vibrating on the iPhone just isn’t as valuable as the eye contact you are making right now.”
Bravo Lillo Montalto! Non di solo real-time vive l'uomo 🙂
L'importante è trovare il tempo reale per fermarsi a pensare.