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Da Telecom al prosciutto di Parma, l’Argentina che nazionalizza fa paura

Non bastava il petrolio. Dopo la nazionalizzazione della compagnia petrolifera YPF ai danni della spagnola Repsol, l’Argentina alza la posta e dichiara l’embargo contro il pregiatissimo jamon serrano. La Spagna, il primo consumatore al mondo di prosciutti (4-5 kg all’anno a testa, in media), non può tollerare questo ulteriore schiaffo all’orgoglio nazionale, vede rosso e parte alla carica, accusando l’Argentina di cecità commerciale – ovvero, di avere le fette di prosciutto sugli occhi.

Non è il copione del peggior dei b-movie, ma l’ennesima zuffa diplomatica tra due paesi “cugini” (l’Argentina, in fondo, è un paese popolato da discendenti di immigrati spagnoli e italiani). Si tratta, ancora una volta, di “misure protezionistiche” adottate dalle autorità argentine per equilibrare bilancia commerciale e conti pubblici, ha dichiarato – visibilmente irritato – il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale, José Manuel García-Margallo: «[Tutto questo] non ha ripercussioni solo per la Spagna, ma anche per altri paesi», ha detto. E ha ragione.

Anche il crudo di Parma soffrirà infatti il blocco delle importazioni ai prosciutti stabilito dalle autorità argentine, che hanno firmato un accordo con i produttori di carne di maiale del paese dopo quattro mesi di contrattazioni. Le direttive del segretario per il commercio estero, il potente Guillermo Moreno, sono chiare: incremento della produzione nazionale a stop all’importazione, a discapito dei prosciutti europei e brasiliani che d’ora in avanti troveranno sempre le porte chiuse.

Leggi il resto del mio articolo pubblicato su Linkiestahttp://www.linkiesta.it/argentina-prosciutto#ixzz1uttNXIxh

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