A Buenos Aires sono davvero i giovani il (controverso) motore della politica
Mentre i giovani italiani per lo più fuggono dal paese e dalla politica – c’è chi si rifugia nell’astensionismo di protesta, chi abbraccia il grillismo e chi il facile vituperio anti-casta da social network – in Argentina il governo dei Kirchner ha fatto dei giovani la propria imprescindibile base elettorale.
Dieci anni fa, urlavano inferociti “che se ne vadano tutti” in direzione dei politici asserragliati nella Casa Rosada, mentre le piazze della bancarotta bruciavano di rabbia. Oggi, scrive Repubblica, nel retroscena che ha portato la “presidenta” a nazionalizzare YPF ai danni della spagnola Repsol c’è, tra i tanti fattori, «il peso sempre maggiore che ha assunto nel governo il gruppo di giovani peronisti, La Cámpora, guidato da Máximo Kirchner, il figlio primogenito di Cristina».
Circolano tante leggende sulla Cámpora. Formatasi dopo la grande crisi dalla confluenza di raggruppamenti politici studenteschi e territoriali, oggi ha seggi in parlamento ed è perfino riuscita piazzare un suo uomo come peso massimo nel governo, il viceministro dell’economia Axel Kicillof – uno dei 200 militanti che hanno avuto accesso finora ad incarichi governativi.
I suoi detrattori – per lo più giornali e televisioni del Grupo Clarín – accusano i giovani della Cámpora di essere borghesotti privilegiati interessati ad arrivare più che a militare; per la sinistra radicale sono approfittatori proprio come Menem, odiato presidente self-made man degli anni ’90 implicato in diversi casi di corruzione.
Altri, invece, insinuano che sfruttino il loro essere “figli di desaparecidos” per indottrinare generazioni più giovani dall’alto di un supposto piedistallo morale, accaparrandosi al contempo posizioni di prestigio (la Cámpora controlla, ad esempio, la ri-nazionalizzata compagnia di bandiera statale, Aerolineas Argentinas, oltre a poltrone chiave in Télam e Canal 7). Quel che è sicuro è che la Cámpora è una potente macchina di mobilitazione politica che conta ad oggi oltre 30.000 militanti e diverse centinaia di sedi in tutto il paese.
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