People’s Kitchen, anche così si salva il pianeta
Metà degli alimenti prodotti oggi vengono scartati durante la filiera produttiva e non arrivano neppure al banco vendita. Lo dimostra uno studio condotto dallo United Nation’s Environment Programme (UNEP). Degli alimenti superstiti, poi, circa un terzo finisce nel cestino a pochi giorni dall’acquisto.
A Londra si è scelto di combattere la macchina dello spreco tornando alle origini. Più precisamente, al rituale del banchetto medievale, quando le comunità si riunivano per condividere cibo, idee e divertimenti in maniera teatrale e festosa.
“Non diamo da mangiare ai senzatetto: vogliamo piuttosto nutrire la comunità, il Paese intero”, mi spiega con una punta di orgoglio Stephen Wilson, fondatore venticinquenne della People’s Kitchen di Hackney, Londra.
Quello che si fa alla “cucina del popolo” è in realtà molto semplice: banchettare in comunità con quegli alimenti che verrebbero altrimenti gettati nell’immondizia. Proprio come i contadini della gelida Europa medievale, che spigolavano dai campi dei padroni alla ricerca di cibo ancora commestibile, i pochi volontari dell’associazione spendono la loro domenica mattina a raccogliere cibo ancora in buone condizioni dai commercianti del quartiere.
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