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Volete il liveblog del #ijf13 sul vostro sito? Chiedete qui.

** pubblicato sul sito del Festival **

live blogging

Volete essere ipnotizzati dalle parole del genio dietro la rielezione di Obama? O permettere ai vostri lettori a casa di provare la stessa emozione sottopelle del pubblico in sala, non appena la “dissidente” cubana Yoani Sánchez si starà aggiustando emozionata il microfono, in attesa di parlare per la prima volta in Italia? Volete sapere cosa si prova a gestire l’unica televisione veramente indipendente nella Russia di Putin, o a essere il più celebre mezzobusto cinese?

Volete tutto questo, ma per incredibili contingenze spazio-temporali non potete essere a Perugiaquest’anno, o il karma cospira contro di voi e le ferie vi sono state fatalmente negate?

Nessun problema.

Se la nuvola fantozziana non ha fatto piovere anche sui vostri server – e il vostro sito è quindi ancora attivo – potrete accedere alla diretta “livebloggata” del Festival in due, comode modalità. In una sola, gratuita somministrazione.

 In syndication, attraverso il canale ScribbleLive. La piattaforma leader nella creazione e nella distribuzione di contenuto real-time è partner del Festival, e sarà a Perugia anche quest’anno. Silenziosi liveblogger si annideranno nell’ombra per offrirvi la diretta multimediale di tutti gli eventi chiave, in inglese e italiano. I clienti ScribbleLive potranno accedere al racconto in tempo reale dell’#ijf13 attraverso il Marketplace interno: con un solo click di mouse, sarà possibile ghermire il liveblog e pubblicarlo sulla propria pagina web.

– Chiunque può registrarsi per un trial gratuito ScribbleLive e usufruire del Marketplace.

 Chiunque può richiedere il codice iframe della diretta multimediale e pubblicarlo in qualsiasi sezione del proprio sito internet.
Il tutto, ovviamente, gratis. No paywall, here.

Aspettatevi un sacco di foto, video, contenuti interattivi, tweets e gif animate di teneri gattini. Il sogno di ogni redattore diventa realtà: contenuto gratis e di qualità a disposizione. Aspetta solo di essere colto, e pubblicato.

Questo, e molto altro, a breve sui vostri schermi.
Contattatemi su twitter @lillomontalto se interessati. Curerò il liveblog personalmente da Perugia.  

Il liveblog della morte della Thatcher

Come ha suggerito Jon Snow di Channel 4,

l’audience dei canali televisivi è iniziata a risalire quando si è cessato di dare continui aggiornamenti sul corpo morto della Thatcher.

Per grottesco che possa sembrare, tuttavia, principe dell’arena mediatica è stato ancora una volta il liveblog.  

Citando un educatore di nuove generazioni di giornalisti ed esperto in materia, “il liveblogging è la modalità principale con la quale i grandi media nazionali coprono eventi del genere. E’ strano, in quanto in gran parte gli addetti ai lavori lo considerano come una attività di nicchia, nonostante sia chiaramente in prima linea – anzi, al centro – di quello che definiamo mainstream of news coverage. Ciononostante, vedo che perfino gli studenti di giornalismo lo vedono come una fastidiosa necessità, prima di approdare finalmente al ‘vero’ lavoro, quello dello scrivere il tradizionale articolo secondo lo schema della piramide invertita.”

(more…)

Esattamente come NON portare traffico al proprio sito

Why Globe and Mail, whyyyyyyy…..

images

Il Globe and Mail è un quotidiano nazionale canadese basato a Toronto. Questa fantastica storia fotografica dalla desolazione nord-coreana è finita sulla home page di Reddit (booom!)  e al momento in cui scrivo è stata vista da 730.000 persone.

Tutto traffico regalato a Storify. Solo 5.000 utenti hanno visto la storia sul sito del Globe and MailReddit ha sicuramente fatto da amplificatore più per il brand Storify che per il brand del quotidiano canadese.

Una lezione da tenere a mente.

corea del nord

Ciliegina sulla torta: c’è stata anche una discussione su Reddit. Persa. 

Thanks @allendria per la preziosa segnalazione.

A caccia di onde sulla costa del Marocco

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Si può combattere lo stress da ufficio e il grigio umore da catene antineve prenotando un volo low-cost per il Marocco. Una volta lì, la certezza è una: la macchina in affitto che servirà per trasportare delle tavole da surf su e giù per la costa. E un volo di ritorno, prenotato da Marrakech.

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Il programma, quello mai scritto, prevede rotta immediata verso la costa oceanica; villaggi hippies aggrappati agli scogli; surf e grigliate di pesce, improvvisazione e un budget assolutamente irrisorio.

 Credetemi: funziona.

L’arrivo – il turista.

Ricordatevi che, grazie ai passi avanti nell’industria dell’aviazione low-cost, Marrakech è alla portata del viaggiatore della domenica tanto quanto (anzi, più di) Canicattì. Una volta atterrati, due timbri sul passaporto e siete fuori, respirando già la salubre canicola del deserto che tanto avete sognato mentre eravate bloccati nelle trappolone del pendolarismo.

Prenotare una macchina presso una delle numerose compagnie rent-a-car che operano dall’aeroporto è del tutto affidabile (v. link in fondo), anche quelle il cui ufficio operativo è costituito dal cruscotto di un auto in cui siedono quattro teenagers marocchini che ascoltano lo stereo in occhiali da sole.

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Due scartoffie e via, siete liberi. Dirigersi verso la costa è semplice: c’è una strada dritta che parte dall’aeroporto e corre verso ovest.

Imboccatela e seguite il sole che tramonta.

Arrivare a Essaouira, la splendida medina che stregò l’Orson Welles di Otello, vi ripagherà di un paio d’ore di macchina a schivare pedoni, motociclette e animali da traino. Parcheggiate fuori dalle caratteristiche mura e introducetevi nei vicoletti di un mercato che smantella, proprio così, senza pensare: è cosa d’altri tempi, che vi farà battere all’unisono con questo paese che pulsa, e si addormenta alla sera solo per poter riaprire baracca il giorno dopo.

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Una camera doppia con bagno in comune in uno dei tanti riad (edifici tipici con fresco cortile interno) costa il corrispettivo di dieci euro a notte.

Da lì in poi è tutto in discesa: cena a base di tajine di pollo (il piatto tipico: cottura al vapore in un cono di ceramica su brace ardente) o cous cous di pesce (se pagate 60 DHR, ovvero poco più di 5€, è perché avete scritto in faccia ‘turista’); thè alla menta per digerire e brezza marina che accarezza la faccia. Consigliato il ristorantino Cafè au Tres Ports, sulla via principale della medina, se non volete azzardare subito la bancarella di strada.

Gli imponenti bastioni di Essaouira (skala de la ville) o i colori accesi del porto dove i pescatori sgusciano ricci di mare appena raccolti aspettano solo di essere fotografati appena sorge il sole.

Sulla costa – il surfista.

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Essaouira e la selvaggia Sidi Kaouki, appena più a sud, sono ventose e ideali per gli appassionati di kite surf. La strada che conduce verso Agadir si snoda lungo la costa e conduce verso paesaggi più brulli e onde più grandi, due cose che sembrano andare di pari passo in questa parte di mondo. A due ore in auto da Essaouira, prima di arrivare ad Agadir, passate varie casuzze di mattoni di fango, olivi essiccati dal vento e dromedari che li brucano. C’è un villaggio chiamato Amesnaz.

Il primo e unico bar che incontrerete, ovviamente senza nome, serve la migliore tajine di agnello agrodolce (con uvette e olive) mai provata;  come accompagnamento, i gestori del locale vi inviteranno a scendere al molo e comprare un paio di pesci ancora guizzanti, da fare alla brace al momento, così come viene.

Da lì in poi è un susseguirsi di surf spots, che sembrano messi lì da qualche cosmico benefattore in ordine crescente di difficoltà: si inizia con gli impegnativi Boiler e Anchors’ Point (entrerete in acqua da una fabbrica di ancore abbandonata), Ash Point e Panorama a Taghazout , per finire con Devil’s Rock e Banana Beach.

Taghazout è il perfetto palcoscenico per questo grande spettacolo antropologico che è il turismo internazionale di surfers e backpackers. Il villaggio intero vive di catenelle e magliette, negozi per l’affitto tavole e vasellina, baretti dove sorseggiare thè alla menta quando i muscoli sono stanchi o posticini in cui farsi un hamburger se la fame, quella vera, chiama dopo la surfata.

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Giovani di ogni nazionalità si mescolano a mercanti improvvisati, ristoratori o parcheggiatori, e ogni occasione è buona per concludere un affare, in questa parte povera di Marocco che sogna di rinascere con il turismo sportivo dei figli di papà occidentali. Affittare le tavole vuol dire anche trovare un posto in cui alloggiare, quando il gestore del surf shop fa un paio di telefonate e vi sistema molto spartanamente a casa dell’amico del figlio per qualcosa come cinque euro a notte (una turca, un materasso, quattro cuscini e delle coperte; e un tetto, già, anche un tetto).

ARTICOLO e FOTO PUBBLICATI SU OGGIVIAGGI.IT – CONTINUA A LEGGERE SUL SITO… 

 

Manuale per viaggiatori solitari

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L’altro giorno ho scaricato per pochi centesimi l’ebook di una grande narratrice di storie, Virginia Fiume.

manuale-per-viaggiatori-solitari_40k

L’ho letto in una sera, tutto d’un fiato, che la collana è pensata proprio per questo, per farmi passare qualche ora in meno col computer e qualche ora in più con me stesso. Piccole perle, senza impegno, ma dalla lettura fresca e agile, “più lunga di un blog e più breve di un libro”.  

40k ci consente di spendere una serata intera con il cantastorie digitale che più ci ha stuzzicato. Tutto per noi, senza la frenesia del multitasking e l’affanno di una coda di lettura che prevede altre finestre aperte nel browser.

Manuale per Viaggiatori Solitari è così. E’ un dialogo fra viaggiatori digitali, fresco e agile, spigliato, che mi ha fatto tornare indietro con la mente al mio ultimo viaggio – in Marocco – facendomi al contempo già pregustare quello futuro. E mentre scrivo lo sfoglio di nuovo, con piacere, e consiglio ad un’amica di partire immediatamente, con un volo solo andata, che a quest’età si vive di freschezza e leggerezza.

Il “dio dei viaggiatori”  intreccia sempre i fili, in fondo.

E in fondo – e lo si percepisce leggendo – Virginia “è qualcuno che parla la mia stessa lingua, che sente la mancanza dello stesso caffè. Qualcuno il cui viaggio sta solo durando un po’ più del mio.”

 

Il digital divide – confronta i due ….. (che)?

papa

Un esempio di come  io stesso sia stato ingenuo ieri sera nel postare questa foto immediatamente senza le necessarie verifiche: la foto di sopra è del FUNERALE del papa, quindi ovviamente di tutt’altro tono rispetto alla foto di sotto. Una differenza importante messa il luce dal Washington Post.

Ancora una volta, l’importanza della verifica prima della pubblicazione. 

grazie @sirlisko per la segnalazione dalla pagina FB del Tirreno

Pensiero elettorale

Il marinaio di Conrad, sapendo di stare per morire di tubercolosi, riflettè:

[But] I must live until I die, mustn’t I?

Andate  a votare.

La mappa interattiva dei flashmob in Italia per #onebillionrising

one billion rising

La Stampa newspaper is promoting an initiative against violence on women, part of #onebillionrising and associated to the liveblog

http://live.lastampa.it/Event/One_Billion_Rising_for_Women

It’d be great if everyone supporting the action could can send a short video (6/10sec) to the email address
donnexdonne@lastampa.it

saying ‘I’ve had enough because….(your reasons)”

Thanks for sharing and supporting a good cause.