Uno dei temi più discussi al recente Festival Internazionale del Giornalismo – e, immagino, in ogni consesso umano che raduni più di due giornalisti o editori nella stessa stanza – è stato ovviamente ‘la sopravvivenza’ dell’intero settore, di fronte alla minaccia Internet, o di altre morbide apocalissi future.
La crisi dei grandi pachidermi editoriali c’è, e nonostante tanti auto-elogi ed apologie autoreferenziali decantate a denti stretti (tante, troppe forse, sentite al festival), la realtà dei media nazionali è fatta di tagli, scioperi, esuberi, incertezza e dubbiose riconversioni.
Anche nel Regno Unito la solfa è quella. Il Guardian coperto di allori è perennemente sull’orlo della bancarotta, giusto per citarne uno.
Se da un lato per l’industria nazionale della notizia sia un periodo di sangue e stridor di denti, dall’altro il giornalismo iperlocale non ha mai goduto di così buona salute.
Merito del mobile.
Una ricerca della fondazione NESTA (National Endowment for Science, Technology and the Arts) mostra infatti come nel Regno Unito il consumo di informazione iperlocale sia cresciuto in maniera esponenziale, sistematica e capillare grazie alla diffusione degli smartphones.
The majority (66 per cent) of adults in the UK are interested in news and information about the immediate area in which they currently live.
Jon Kingsbury, direttore della responsabile della ricerca, ha spiegato a Journalism.co.uk che, nonostante la crisi, un più diffuso accesso mobile alla notizia ha avuto l’effetto di ampliare il bacino di pubblico per i portali locali e iperlocali.
Segno, forse, che l’appetito per la notizia è sempiterno (e, pertanto, sempiternamente monetizzabile).
Nel maggio 2012, i siti di news iperlocali nel Regno Unito erano 432. Nel febbraio 2013, questo numero è salito a 633. Una persona su sette (14%), rivela Ofcom, naviga sul sito della comunità locale con cadenza regolare e mensile.
Uno dei siti di informazione iperlocale più visitati, Sheffield Forum, ha compiuto 10 anni e conta più di 6.4 milioni di posts in archivio. Un numero in continua crescita, “ad un ritmo di 2,000 posts al giorno.”
Il 55% del piccolo ma simbolico campione intervistato dall’osservatorio NESTA (2,248 persone) ha ammesso che l’aumento del consumo di notizie iperlocali – soprattutto, meteo, notizie di cronaca e entertainment, settore in mia opinione cardine per fidelizzare i lettore – è direttamente connesso al possesso di uno smartphone o di un tablet.
L’elemento mobile non è da sottovalutare, visto che i cellulari sono oramai dotati di complessi sistemi di geo-localizzazione. In poche parole, il tuo telefono sa dove ti trovi: l’ottenimento di questa preziosa informazione diventa vitale per gli editori locali, soprattuto pensando alla possibilità di poter calibrare notizie e pubblicità in maniera estremamente accurata.
Perche’ informazione iperlocale?
Perchè innanzitutto la si giudica più affidabile dell’informazione locale, e ne si è generalmente soddisfatti (l’88% degli intervistati si dichiara estremamente soddisfatto del servizio ricevuto).
In secondo luogo, perchè si è in cerca di informazioni funzionali alla propria quotidianità.
Fifty per cent of hyperlocal media users get information about local weather, and 41 per cent information about local breaking news. Other popular topics include information on local entertainment (32 per cent), restaurants, clubs or bars (30 per cent) and community events (27 per cent).
In prospettiva generale, e già che ci siamo sfiorando anche la realtà italiana, i dati – presi cum grano salis, considerata la scala e la geografia dello studio – incoraggiano gli editori a iniziare a considerare news, meteo o servizi come quello per il traffico come soglie, strumenti di ingresso al sito internet.
Una volta catturato il lettore, ecco che viene il bello: creare le condizioni affinchè questo non fugga immediatamente dopo aver ottenuto l’informazione desiderata, bensì si soffermi sul sito a fruire di altri servizi comunitari.
Nonostante il consumo di notizie sui portali locali, è importante notare come il pubblico inglese si aspetti che i media nazionali offrano non solo notizie su scala globale, ma anche iperlocale.
When we asked them where they would look for very very local content they were much more likely to look to existing or traditional brands, like broadcasters and traditional local newspapers, than they were to hyperlocal blogs.
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